Anche se storpiato da alcuni problemi di corrente elettrica , è arrivato .. il Personal Best intendo … Dopo anni di ricerca, di stop e di sofferenze atletiche, c’è. Anche se l’emozione è sfumata nell’amarezza. Perché l’onestà a volte non paga.
Con Lia Tavelli e Stefano Avigo dell’Atletica Lonato, io e Luca partiamo il sabato per una gioiosa trasferta marittima ad Ancona. Unica 10 km in tutta Italia omologata per la domenica 25 ottobre.
E’ stata battezzata Campionato Italiano dai ragazzi della squadra organizzatrice, Sef Stamura perchè ha attirato da tutto lo stivale atleti di calibro, cito solo la campionessa Under 20 di corsa in montagna Angela Mattevi dell’atletica Val di Cembra che ha tra l’altro vinto la gara con un tempo di 35:11.
Il sabato ritiriamo il pacco gara nella suggestiva Mole Vanvitelliana ex lazzaretto e ci godiamo qualche scorcio del porto di Ancona, una città ricca di storia che troneggia su un promontorio a gomito e che si affaccia su uno sconfinato mar Adriatico.
L’aria che si respira è leggera e profumata e ben si sposa con il carattere cordiale ed ospitale degli anconetani, popolo aperto agli scambi culturali. E agli anconetani si deve la perfetta organizzazione della gara del giorno dopo.
La domenica mattina c’è fermento, dalla finestra della camera di hotel che rimane in alto rispetto al porto, oltre al mare mi godo anche l’arrivo dei tanti atleti, le giubbe raggruppate a colori delle varie squadre si muovono sul percorso e io ho voglia di scendere per scaldarmi. La temperatura è perfetta, solo un naturale vento marittimo ci disturberà in gara.
In partenza siamo disposti in più griglie, le indicazioni sono chiare, ognuno si deve posizionare su un bollino rosso e sempre in modo chiaro ci viene detto che il tempo che sarà preso è quello del chip, in condizioni così particolari le solite regole Fidal del real time non valgono.
Allo sparo con calma ci muoviamo e facciamo partire il cronometro al passaggio del chip. Si parte forte, io piazzo un 4,12 di media nel primo chilometro, sto bene ma devo stare attenta, rimango ancora sotto i 4,20 poi mi stabilizzo, ogni tanto mi trovo forte vento contrario e cerco di coprirmi dietro qualche uomo in cui mi imbatto, visualizzo un gruppo di donne che ha una gran bel passo ma troppo forte per me, rimangono però per parte della gara a vista e mi attacco visivamente e a loro per tenermi su col ritmo.
Tre sono i cavalcavia da correre, i primi due sono lunghi e mi pare non finiscano più, sul primo tira un forte vento, un ragazzo dell’atletica Falconara generosamente cerca di coprirmi per aiutarmi, gli sono grata e riesco a fiatare un grazie tirato.
Passo al 5° chilometro in 22:01, sono sotto il mio personale ma non immagino di poter abbassare ancora, mi prometto di rimanere costante e girarci lì intorno. Il terzo cavalcavia arriva come una mazzata, è durissimo e per passarlo decentemente accorcio il passo e meno le braccia. Sono stanca e non capisco fino in fondo il perché..in realtà il tempo di arrivo mi darà la risposta, sto andando forte.
Nell’ultimo chilometro do tutto, Luca, Stefano e Lia mi fanno una gran tifo e con qualche dritta aumento ancora il passo, arrivo al traguardo, guardo il tempo e leggo 43:52, scoppio a piangere.
Perché? Lo capiranno solo gli atleti, quei matti che costruiscono ogni secondo di un numero , sera dopo sera, settimana dopo settimana, mese dopo mese e anche anno dopo anno. Ci vogliono anni a volte per i personali, sofferenze atletiche, stop, e ad oggi ci si è messo anche il Covid.
E i nostri risultati li scriviamo, perchè è questo l’atletica, allenarsi, porsi obbiettivi e raggiungerli ma soprattutto scriverli. Senza un risultato scritto si è altro, non si fa atletica, si corre e basta. E il mio pianto di gioia significa tutto un pezzo di vita, dubbi, confronti, paturnie ma anche gioia e passione.
Ma qualcosa è andato storto, nelle ore successive realizziamo che è mancata la corrente e il tempo preso è quello dello sparo, secondi persi e il mio nuovo personale è 44:04, ben diverso vedere un 43. Sono amareggiata soprattutto perché non avremo altre gare per riconfermare il tempo almeno per ora. Mi consola solo che il passo rimane lo stesso, 4,24 di media e che sono 5° di categoria dietro ad atlete molto forti.
Più alti quindi anche i tempi di Luca e Stefano che piazzano rispettivamente un 37:47 e un 37:36, mentre Lia partita in prima griglia non ha avuto questo disguido e ha piazzato un grandissimo 37:20 senza nemmeno aver alle spalle una preparazione sui 10km! Ed è 2° di categoria!
Della vincitrice Angela Mattavi ho già accennato all’inizio, il vincitore invece è un alto ragazzone della TX Fitness S.S.D., Loitanyang Simone Kibet che chiude il crono in 30:24.
E’ stata una trasferta bellissima, ho confermato il mio stato di forma raggiunto e costruito nel tempo e ovviamente non mi fermo qui.
Andiamo incontro a tempi difficili vero ma noi runner…non molliamo mai.