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I 1500 in pista: da amare o da odiare?

di Anna Zaltieri

Guardo il foglio bianco da ore.
Non so cosa scrivere.
Provo spesso questa sensazione quando l’oggetto è una gara in pista.
La amo o la odio? In realtà ancora non l’ho capito.
Il 1500, troppo veloce e troppo al gancio, le sensazioni di apnea mi disorientano e mi infastidiscono, non mi piace correre così.
Quando lo termino lo denigro, ne sfascio l’idea con le parole ma mentre esprimo il mio disappunto sto già pensando che devo assolutamente riprovarci.

La storia si ripete ogni volta, anche durante la 3° Fase Gran Prix Master Micosport.
Parto in 2° batteria, da quando riesco a tenere i 4 minuti al chilometro o giù di lì, trovo il treno giusto, mi attacco alla grande Maria Lorenzoni che parte con ritmo perfetto per me ma quanta fatica, il respiro è corto anche perché sono molto tesa.

Sento sul collo il respiro di un’avversaria che ho la certezza che stia sfruttando giustamente la mia scia per poi superarmi e battermi come poi avverrà.
Io mi preparo per aumentare, ci provo nell’ultimo giro ma nei 200 finali non riesco a cambiare il passo come vorrei, subisco la gara, la pressione, non saprei.
Concludo in 6:03:26, è comunque il mio nuovo personal best.
So che potrei fare qualche secondo di meno ma realizzarlo non è per me così semplice, per questo le gare vanno provate e riprovate, per trovare la quadra giusta e per dare un senso a tanti allenamenti sudati.

Allenamenti che anche a Luca non portano il risultato sperato anche se fa una bella gara considerando che eguaglia il suo pb, o meglio lo abbassa di un decimo!

Corre in 4:35:52.
Parte bene, lui dice un po’ lento ma il passaggio ai 400 è in 1,12, perfetto per correre ai 3 in pacca.
Peccato che su distanze così corte anche la minima indecisione o un attimo di distrazione influiscano negativamente sul tempo, Luca si distrae e non raggiunge l’obbiettivo sperato.
Viene però premiato come 3° Master del trofeo Micosport e si porta lo stesso a casa un podio!

Dopo Luca, il ritorno di Cristian, il nostro super Presidente e guai a chi ce lo tocca, che dopo ben tre anni si riaffaccia alle gare in pista ed al suo amato 1500.
Dopo mesi e mesi di problemi fisici ora sembra star benino, decide così di darsi un obbiettivo compatibile con le reali possibilità di questo momento storico.
Per prendere due piccioni con una fava, aiuterà l’amico Alberto Vivaldini della Straleno ad abbassare il personale ai 5 minuti.
Un ritmo che verosimilmente possono tenere entrambi.

Dalla loro batteria si staccano due atleti che allungano subito, alle loro spalle il gruppo, in testa Cristian che tiene su il ritmo che altrimenti rallenterebbe, la sua corsa è fluida ed intelligente, insomma la classe non è acqua e si vede!Gli tengo i passaggi al 400 che sono impeccabili in 1,20.
L’ultimo 500 però soffre, è la difficoltà del 1500, la gara vera inizia lì ma non molla perché ha una missione da portare a termine, far realizzare il personale ad Alberto.
E lo fa! Concludono entrambi in 5, variano solo i decimi, 5:00:23 per il Pres come lo chiamiamo affettuosamente noi e 5:00:71 per Alberto.

E siamo tutti felici! Perchè finalmente Cristian ha ritrovato la tensione per la gara, quella sana che rende vivi e che ci ricorda che siamo atleti e che la voglia di correre e di gareggiare non muore mai, a qualsiasi ritmo se ce l’hai dentro.
Questo insaziabile bisogno di porsi un obbiettivo e cercare di abbassarlo, di mettersi in gioco per definirsi ogni volta ancora atleta, per non perdere contatto con questa, a volte, malsana passione che ci tiene però vivi, focalizzati sulla meta, che ci schiaccia, che stropiccia i nostri sentimenti, che ci distrugge mentalmente a causa di ogni allenamento o gara andata male ma che pompa tanto di quel fuoco nelle vene che poi risorgiamo ogni volta.

Questa passione che ci toglie tutto, tempo, energie, sudore e che ci ricompensa con gocce tanto piccole quanto potenti come le onde del mare quando riusciamo nelle nostre imprese.
Corriamo per queste gocce, istanti di felicità pura e concentrata, una benzina necessaria per il nostro forte cuore da atleti.

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