di Anna Zaltieri
Adoro allenarmi in pista.
Adoro avere riferimenti precisi per i miei tempi.
Adoro vedere ragazzi che lavorano sulle velocità, sui salti, sul peso.
Adoro arrivare alla “rossa” e constatare quanto via vai di giovani generazioni si avvicendi nella fatica.
Un altro paio di maniche se si tratta di gare in pista.
Non posso utilizzare lo stesso verbo “adoro” per definirle.
Non posso nemmeno espormi nel definirlo odio.
In realtà credo che ancora io stessa non sappia cosa provo.
E’ un po’ come quei rapporti che: ti voglio bene però non ti amo.. dai rimaniamo amici..e nascono le incomprensioni poi ci si riprende e ci si rimette insieme.
Insomma una bella confusione.
Però quando riesco a strappare un personale si accende un sorriso sul mio viso, non è la felicità della prestazione su strada, quella è tutt’altro ma è comunque un sentimento positivo.
Anche di rivalsa.
La mia prima gara in pista è stata un 3000 nel 2015, ricordo che non sapevo del suono della campana all’ultimo giro e pensando di aver terminato mi sono fermata.
Nel vedere le altre che continuavano a correre non ho avuto il minimo dubbio e ho pensato si fossero sbagliate, ricordo che mi sono rivolta al mio Presidente : “Dì a quelle ragazze che è finita la gara!”
Ho stampata nel cervello la sua faccia e le sue urla: “Cosa fai?! Non è finita! Mamma mia!”
Ovviamente mi sono rimessa a correre ridendo tra me stessa per la mia scempiaggine atletica!
Da lì è stato un susseguirsi di doppiaggi, di corse in solitaria nell’anello o con qualche settantenne gagliarda.
Insomma esperienze noiose e poco soddisfacenti per una podista.
Poi negli ultimi anni qualche sprazzo di buona prestazione anche se non sono mai riuscita a correre con un treno, che è un po’ il cuore pulsante della specialità, trovare il treno giusto.
Fino a ieri sera.
Mi sono decisamente velocizzata in pista, corro meglio e sono più sul pezzo.
Giusto quel poco che è bastato per trovare il treno giusto anche se non del tutto.
Allo sparo sono già attaccata al cordolo e quindi non devo nemmeno spostarmi, le più veloci sfilano via mentre alcune ragazze mi passano avanti ma rimangono con me.
Sono giovani e tengono il passo.
Fino al 2000 però sono un poco più lente e cerco di non incespicarmi tra i loro piedi ma le indicazioni di Cristian piazzato al 200 sono chiare, stai lì!
Perché il gruppo è folto e non posso rischiare di passarle troppo presto e spendere troppe energie ma gli ultimi due giri il gruppo si alleggerisce, qualcuno inizia a sorpassare e io pure.
Fino all’ultimo 400 in cui alla voce di Cristian che mi urla di andare, aumento.
E lo faccio bene piazzando una buona volata anche se non delle migliori.
Passo le avversarie tranne una.
Concludo con un personale antipatico, 13:00:27 che abbasserò presto.
La batteria dopo la mia è quella di Luca.
Dopo circa 2 giri si sgranano più gruppetti, Luca ha un bel treno in cui riesce a stabilizzare un ottimo passo.
Sta correndo bene anche se l’ultimo giro è meno prestante e come al solito non riesce a fare la volata che gli permetterebbe forse il personale.
Conclude comunque vicino a 3 secondi in 9.53 ed è premiato 3° dei Master.
L’ultima batteria schiera Roberto Tononi e lo Zanna che quest’anno sta spaziando in tutte le specialità.
Roberto che non ha tempi sui 3000 corre composto anche se gli ultimi 3 giri inizia ad affaticarsi un po’, le gambe non girano come vorrebbe e non brilla.
D’altronde è la sua prima gara in pista e la prima è difficilmente un successo.
Conclude comunque con un buon tempo di 10:09:93 ed è 3° di batteria.
Lo Zanna è sciolto nella prima parte e pare fresco, peccato che cali troppo da metà gara e che debba tirare due atleti che poco sportivamente non gli danno il cambio ma lo passano alla fine dopo averlo sfruttato.
Chiude senza avvicinarsi al suo personale con un tempo di 10:45:30.
Era anni che non si presentava ad una gara in pista è quindi un’ottimo inizio di stagione.
Ormai tardi ci salutiamo dandoci appuntamento al giorno dopo, gli allenamenti per migliorare continuano.