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Calabrosa Trail, una corsa che fortifica il corpo e la mente!

di Silver

Falegnami_Calabrosa

Domenica 29 gennaio è si è svolta a Brescia l’ottava edizione della “Calabrosa Trail – Memorial Corrado Petromer”, famigerata e micidiale corsa in montagna organizzata da Uisp Brescia, e valevole come quinta prova del circuito “Winter Trail Uisp Cup”.

Trascinati e convinti da una efficace opera di persuasione degli “stambecchi” Riki e Riccio, una decina di falegnami si sono presentati sulla linea di partenza, compresi la gelatina punta di diamante Anna Sandrini e il sottoscritto, che il giorno che ha deciso di partecipare alla gara doveva avere le cellule grigie in sciopero. A onor del vero gli iscritti erano undici, ma il buon Roberto Olivetti ha pensato bene di beccarsi una bella influenza e ha dato forfait.

Le corse in montagna stanno sempre più prendendo piede calamitando la presenza di sempre più atleti ansiosi di cimentarsi in questi tipi di gare. Lo abbiamo riscontrato anche in questa edizione della Calabrosa che dalle poche decine di partecipanti dei primi anni è piano piano arrivata ai circa quattrocento iscritti di quest’anno: 150 per la non competitiva di 7 km e ben 250 per l’agonistica di 16 km, comprendente l’intera scalata del monte Maddalena, per un dislivello complessivo di 1800 mt.

La partenza è stata data alle 9.30 nella suggestiva location del Museo Mille Miglia. Dopo aver percorso alcune vie del quartiere Sant’Eufemia gli atleti hanno imboccato il sentiero numero 1, e poi su fino alla chiesetta in vetta al monte, dove, insieme al controllo cronometrico, ci attendeva l’agognato ristoro.

Seguiva una piccola discesa fino ristorante Grillo, un pezzo del sentiero della Resistenza (all’ombra e ghiacciato), ritorno al piazzale del ristorante Cravelle e poi giù a rotta di collo verso il traguardo, sempre posto presso il museo, per nove km di discesa (sentieri 2, 4, 12 e 3) che definire tecnica è dire un eufemismo.

Nonostante dei piccoli inconvenienti durante la gara (alcuni atleti hanno sbagliato percorso) vanno comunque fatti i complimenti agli organizzatori, lungo il percorso c’erano cinquanta volontari a controllare che tutto si svolgesse al meglio. Su un territorio così vasto, su e giù dalla Maddalena incrociando diversi sentieri, non è facile, qualcosa può sempre sfuggire, anche per colpa degli atleti per dirla tutta.

Tornando alla gara, i più forti si sono controllati nel pezzo in salita per poi dare fuoco alle fiamme nei tratti più tecnici della discesa. Alla fine l’ha spuntata Clemente Belinghieri con il tempo di 1h24’15”, l’atleta bergamasco è abbonato al gradino più alto del podio in questi tipi di gare con ben 6 vittorie nel 2016. Secondo troviamo il trentino Luca Miori in 1h25’12”, terzo Alessandro Ricci della S.A. Valchiese in 1h25’13”, quarto Franco Bani dell’Atletica Sulzano in 1h25’19” e quinto il giovane Danilo Brambilla del Carvico Skyrunning in 1h25’57”.

Molto bene si soBoldorino comportati i nostri due stambecchi di punta: Riki Morandini 9° assoluto in 1h33’02” e Stefano “Riccio” Bertocchi 12° in 1h33’15”, praticamente a ruota del compagno di squadra.

In campo femminile la vittoria è andata alla brava Cristina Dusina della Happy Runner Club in 1h49’43”, seconda Silvia Franzini del Corrintime in 1h51’29” e terza Daniela Saiani in 1h54’54”. Da incorniciare la prestazione della nostra punta di diamante Anna Sandrini che, nonostante una rovinosa caduta in discesa, chiude con un ottimo sesto posto assoluto in 2h00’26”.

Cadute che hanno coinvolto diversi nostri atleti, chiedere a Sergio Serana Maurizio Boldori e Antonio Avallone. A loro, ai nostri big e a chi non ho ancora nominato, Riki Bana Giovanni Coppi e Flavio Berardi, vanno comunque i nostri più scroscianti applausi per aver onorato una gara tanto tremenda.

Stendiamo invece un velo pietoso sulla mia prestazione. Partito con parecchie velleità ho dovuto presto scontrarmi con la cruda realtà. In cima alla Maddalena sono arrivato abbastanza bene, in un’ora circa, praticamente in scia ad alcuni miei compagni e con parecchi concorrenti alle spalle.

Iniziata la discesa, le cose per due o tre km vanno vie lisce, poi un paio di ruzzoloni, due unghie nere e una discesa via via sempre più tecnica mi hanno spinto a più miti consigli. Gli ultimi chilometri sono stati per me una vera esperienza mistica.

Risultato: ultimo in classifica con il tempo di 3 ore e 20 minuti, in venticinque anni di gare è la prima volta che mi trovo primo a partire dal fondo. Tutto sommato un’esperienza positiva che fortifica il corpo e la mente.

La classifica completa.

La classifica maschile.

La classifica femminile.

 

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