di Olympia
Ho chiesto: “perché corri?”
Perché mi diverte.
Allora ti piace correre ma non ami correre.
Infatti.
Qui sta la differenza.
A quanti piace correre e lo fanno con grinta e dedizione.
O per un senso di competizione.
E tu?
Io amo la corsa.
Qual è la differenza?
La differenza sta nel cuore.
Correre per star bene e divertirsi è una faccenda comune a tutti i podisti.
Ma chi usa il cuore non la corre solo la corsa, la vive.
Cosa vuol dire viverla?
Vuol dire pensarla, accarezzarla, aspettarla e qualche volta odiarla.
La corsa è come un’amante.
Fa gioire e soffrire.
La si desidera fino a diventare dei folli.
La corsa rende ciechi.
Per lei si fanno i salti mortali, si cambiano programmi, equilibri familiari.
Qualche volta rapporti di coppia scricchiolano per colpa sua.
Perché chi pratica questo sport lo mette prima di tutto.
Dal momento in cui si aprono gli occhi al mattino il primo pensiero è lei.
Quando ci si corica, l’ultimo pensiero è sempre lei.
Nel naufragare della vita il pensarla fa stare bene e consola.
E’ un’amante saggia perché consiglia.
Allenta tensioni.
Schiarisce le idee.
La corsa insegna.
L’umiltà.
Perché mette di fronte ai propri limiti, insegna a superarli ma anche ad accettarli.
Insegna che ripartire da zero non è debolezza ma forza.
Fa piangere.
Di gioia e commozione al traguardo di una gara.
Per i sacrifici sudati nei mesi di allenamento.
Per le corse affrontate a denti stretti nonostante tutto e nonostante tutti.
Fa piangere.
A causa di un infortunio.
Di notte perché manca.
Manca e fa mancare il fiato.
Il dolore è lo stesso di un cuore infranto.
L’uomo è fatto da carne ed ossa.
Il podista da carne, ossa e corsa.
La corsa non è solo sport.
E’ anche gioia, adrenalina, beatitudine, dolcezza.
La corsa è amore.
Amore puro.
Amore unico.
Amore infinito.