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Al mio papà.

di Davide Serlini

 

Davide e Giorgio, sotto la pioggia, alla mezza maratona di Padenghe.

 

Abbiamo avuto tante volte opinioni diverse e modi diversi di leggere le cose.
Sempre indaffarato nel tuo lavoro che iniziava la mattina presto con le tue lodi al Signore e mille esercizi di routine che dicevi di fare per stare bene e tra questi due o tre colazioni, e finiva la sera quando tutti erano a letto, la cucina era sistemata e ti addormentavi sul divano all’inizio di un film.

Quando mi chiedono che lavoro fai, dire falegname/restauratore per me è sempre riduttivo perché tu sapevi veramente fare tutto, ad ogni nostra richiesta cercavi in quel tuo furgone e da qualche cassetto tiravi sempre fuori un pezzo per noi.. ci hai aggiustato biciclette, moto, case, quando le mani non andavano, insieme ai tuoi amici hai anche camperizzato la macchina di Mattia e in tutto questo trascurando casa tua e immancabilmente facendo arrabbiare la mamma..
Non eri quello delle tante parole, anzi quando cercavi di sforzarti di fare un discorso serio immancabilmente era il momento per qualche bella gaff che ci regalavi. Tu sei quello dei fatti, dei modi che dimostravano chi eri, i tuoi valori, la tua grande fede, il tuo amore per ognuno di noi, e hai speso la tua vita fino all’ultimo giorno per la tua famiglia.
Io e te ci siamo veramente presi quando ho iniziato a correre, mi piaceva raccontarti i miei allenamenti, con il tuo tablet ogni sera mi mettevi sempre quel kudos che dava senso alla fatica che facevo, guardavano insieme i percorsi delle gare e quando il weekend pioveva ti chiedevo di non venire a prendere acqua, ma dentro di me speravo sempre di venderti sul punto più alto dove si scollina, mi aspettavi con i tuoi outfit piu assurdi, per incitarmi, dirmi in che posizione ero (che immancabilmente era sbagliata ). Quanta acqua, sole, feddo e caldo abbiamo preso insieme..

Non avevi piu la forza di andare in bici, mi hai accompagnato questo inverno nei miei lunghi, ti prendevi freddo le ore per aspettarmi ogni 5km seduto sul tuo furgone… non avevo bisogno di quella borraccia per continuare ma di te! Di quei tuoi occhi che vedevo pieni di orgoglio e mi davano la carica per affrontare ogni sfida della mia vita.. spero papà che anche tu sia riuscito a leggere i miei occhi, a leggere l’amore e l’ammirazione di avere un super uomo al mio fianco che sapevo che nonostante tutto te c’era, c’era sempre.
Sento tanti parlare di sfortuna in questi giorni, cosa è la sfortuna? Perché dobbiamo guardare quel bicchiere mezzo vuoto? Abbiamo vissuto gli ultimi due anni con la consapevolezza che niente è per sempre, ogni momento in famiglia è stato vissuto al massimo, niente è stato più dato per scontato, abbiamo dimostrato l’unità che te e mamma avete creato, ti abbiamo davvero vissuto e tu hai vissuto noi.

E te ne sei andato come volevi, in pace con tutti e con la dignità con cui affrontato questa malattia che per noi sarà l’insegnamento piu grande che tu e mamma potevate darci. QUESTA è FORTUNA
Ho tantissimi ricordi belli che fanno parte di me e nessuno mi può togliere. Sei ormai parte di me e sento che sei piu vicino di prima.. preparati papà, a novembre abbiamo un tempo da abbassare!!

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