Ogni azione è un frammento di dialogo.
Anche correndo si dialoga, con se stessi, con lo spazio, con la terra sotto i piedi, con gli altri tuoi compagni d’avventura.
Si parla, come in una meditazione perenne, con i propri sogni cercando di convincerli perché si avverino, come se fossero loro i fautori di se stessi.
In questo dialogo onirico, ci si trova protagonisti del festival dello scaricabarile, ci si sente un po’ come il politico che promette e poi dimentica o dice di esser stato frainteso. In ogni caso è coraggio sbiadito, insipido, per non dire altro.
Per poter realizzare i nostri sogni dobbiamo crederci, crederci fino in fondo, con il cuore, con la pancia con il giusto pensiero. Vietato delegare!
Il pensiero positivo, quindi?
No, il giusto pensare, il pensiero consapevole di ciò che è il nostro progetto di vita, di quello che realmente vogliamo si avveri, per fare in modo che ciò che è bene per noi prenda forma e ciò che è male per noi svanisca.
In ogni campo e ad ogni età le particelle che le vibrazioni del nostro pensiero muovono, possono cambiare il nostro cammino e quello del mondo.
Passo dopo passo. Sasso dopo Sasso.
Pensare però non è rimuginare. Il pensiero va visto come creatore.
Creatore di una realtà.
Quindi, agire viene a seguito del buon pensare, agire bene, costruire e da artista, creare.
Ricordando che ciò che è bene e male per noi non è detto lo sia per tutti, ma noi, che siamo qui a fare se non a vivere la nostra vita, a percorrere la nostra strada? Agli altri, anche a quelli a cui vogliamo bene, non possiamo che dire grazie per averci accompagnato, per attimi, mesi o anni….
Per vostro sollievo, porto ora a termine le mie considerazioni esistenziali consapevole del fatto che molti storceranno il naso, lo faranno i paternalisti, come del resto gli stoici e i cartesiani, anche gli ermetici e gli illuministi, i cinici e gli astratti, i pragmatici, gli eretici e i deterministi, oltre agli intuitivi e ai libertini…
…Intanto che tutti quanti storcono il naso e taluni consultano il vocabolario per cercare una giusta identificazione, io come di voi alcuni, me lo gratto….il naso, naturalmente.
El Profugo