di Massimo Rizzola
Il sole splende alto nel cielo azzurro e terso.
La gara di ieri sembra già un ricordo lontano. Ripercorro con la mente i 42,195 km a partire dall’attesa in griglia con i soliti dubbi ed interrogativi, ma dallo sparo in poi tutto si dissolve con il vento quasi sempre contrario e sferzante a farla da padrone in queste terre venete.
Nonostante vi siano condizioni avverse, le gambe ruotano fluide ed i chilometri passano veloci nei paesi tra il fiume ed il vociare caloroso delle genti assiepate ai bordi del tracciato.
Quando la maggior parte della distanza è compiuta, si intravede Venezia all’orizzonte ma il Ponte della Libertà con l’aiuto di Giove Pluvio ed Eolo il Dio dei venti, impone la lotta impari tra l’uomo e la natura.
Con coraggio ed abnegazione affronto lo sforzo attingendo ad ogni stilla di energia e mi pare ancora di sentire il vento che mi respinge ed il sapore salmastro in bocca.
Di colpo entrando in città cambia lo scenario, si corre sui ponti e per le calle bagnate dalle onde del mare, l’emozione è forte e gli incitamenti della folla mi spingono verso il traguardo che taglio con le lacrime agli occhi ringraziando Dio per il suo aiuto.
Alla fine rimane la consapevolezza e la tranquillità di aver dato tutto, ma anche il rammarico di non aver ricevuto tanto…
Indietro non si torna ed il maratoneta guarda sempre avanti pensando già alla prossima battaglia …
… e intanto il sole splende beffardo nel cielo azzurro e terso.