di Andrea Belleri
13 Ottobre 2024.
Da poche ore è terminata la io21zero97, la bella gara della Valle Camonica, mezza maratona Breno-Darfo.
Ho chiuso con un buon tempo, un ottimo tempo. Sono consapevole però che avrei potuto fare qualcosa in più. Rischiare di più.
Stavo bene, le gambe giravano e al traguardo non ero sfinito. Cosa abbastanza inusuale per una 21km.
Ora però resta da programmare il prossimo mese.
Cercare un nuovo personale sulla mezza, oppure sfidare nuovamente la distanza regina?
Invio un messaggio a Gigi Bresciani: “ho deciso”!
Risposta:”dobbiamo pianificare molto bene. Non abbiamo margine di errore”!
Cosa mi abbia fatto optare per la maratona ancora non mi è chiaro.
Sicuramente il ricordo di Firenze e delle emozioni provate lungo le sue strade sono ancora ben nitide dentro di me. Forse la voglia di provare a migliorarsi nella distanza più lunga. La voglia di una sfida al limite.Non lo so.
Una cosa è certa.
Anche questa volta la corsa mi sbatterà davanti agli occhi come ogni gara, ogni allenamento, ogni preparazione, nascondano insidie, sensazioni ed emozioni diverse rispetto ad altre già sperimentate.
A mente lucida provo a ricapitolare le ultime 5 settimane: 597 KM percorsi, 2.656 minuti di allenamento, secchiate di pioggia(soprattutto nelle prime settimane), e tanta tanta solitudine. Ecco la prima differenza importante rispetto allo scorso anno: Manca Gigi. Quest’anno a causa di un infortunio la sua stagione è finita in anticipo.
Mi ritrovo quindi da solo a macinare allenamenti e km. La sua assenza purtroppo si farà sentire come un macigno.
Insieme però Abbiamo pianificato tutto in maniera maniacale. Allenamenti, giorni di scarico, giorno di riposo e con il nutrizionista un piano alimentare (grazie a chi mi segue per la sopportazione). Mi sono lanciato in questa sfida con tutto me stesso non sapendo di preciso dove sarei riuscito ad arrivare.
Sono state settimane davvero impegnative (sportivamente parlando). Tanti sacrifici, tanti dubbi, tante emozioni contrastanti. Tante rinunce e tanti impegni rimandati. Tanta la sofferenza e la stanchezza, mentale e fisica. Più di una volta sono stato sul punto di mollare e buttare all’aria tutto. Ho vissuto davvero male l’avvicinamento a questo appuntamento. Ma l’obiettivo era la corsa, erano i 42km “della Regina”.
Poi la gara, domenica 17 Novembre 2024.
La partenza all’alba da casa, lo stadio Bentegodi, le griglie, lo sparo, e il via.
Non c’è stato nulla di particolarmente romantico questa volta.
Niente vie addobbate a festa e niente tifo sui lati delle strade.
In certi momenti a Verona ci si sente quasi di disturbo alla città. Ci si sente estranei.
La gara poi, non è un granché. Per la maggior parte anonima e se non sei fortunato, come nel mio caso, c’è il rischio di doversela fare tutta in solitaria.
Il passaggio alla mezza è abbastanza veloce, con lunghi tratti a costeggiare l’Adige.
Passo con un buon 1.15.46. Sono leggermente veloce rispetto al tempo preventivato ma mi sento bene e so benissimo che la gara deve ancora cominciare.
I km dal 22 al 34 sono quasi da incubo. immersi nella nebbia e nella campagna veronese. Mi ritrovo completamente solo a correre nel nulla e nel freddo.
A dire la verità qualcuno che viene a trovarmi c’è, ma non è una visita piacevole. Il famoso “muro” questa volta mi schianta in pieno volto la sua presenza e tutto il suo peso. Non riuscirò più a scrollarmelo di dosso, mi accompagnerà fino all’arrivo.
Al 36esimo c’è il passaggio mozzafiato nella caserma dell’esercito G. Duca di Montorio, l’unico vero momento degno di menzione.
Poi il ritorno verso il centro della città.
Ecco, gli ultimi 4km credo siano stati i km più duri che abbia mai corso fino a questo momento. A distanza di qualche giorno Penso di ricordare tutte le sensazioni che ho provato in quei 4000m.
Dalla disperazione, alla stanchezza. Dalla mancanza di lucidità ai crampi alle gambe ed ai
dolori alle articolazioni. Ho corso con la forza della disperazione, attaccandomi ad energie che non sapevo di avere. Ho corso perché le gambe ad un certo punto hanno cominciato ad andare da sole, per inerzia. Ho corso perché era giusto correre, per me stesso, per ripagarmi di tutto!
Infine piazza Bra, l’Arena.
Alzo gli occhi a guardare l’orologio digitale dell’arrivo. Sollevo leggermente i pugni. Il traguardo. Le lacrime.
Le lacrime sono il libero sfogo per le emozioni di queste 5 settimane stressanti e mentalmente massacranti.
Il tempo si è fermato: 2h32min52sec.
Sono stremato. Le gambe tremano e faticano a reggermi. Mi trascino arrancando verso l’uscita dei cancelli, e la sento: “Andriii” mi chiama. Mi corre incontro, in mano un sacchetto dei miei biscotti preferiti presi poco prima in una pasticceria del centro. Mi sorride, mi abbraccia, ed io ricomincio a vivere.
Anche il 2024 per me si conclude con una maratona. Sono arrivato a questo impegno molto stanco fisicamente e mentalmente. Sono arrivato scarico di energie.
Ora ho la necessità di staccare la spina. La necessità di correre per il piacere di farlo, senza il suono del Garmin a scandire i km percorsi e la velocità al km. Ho bisogno di scaricare la mente ed il corpo. Ho il bisogno di recuperare il tempo sacrificato in queste settimane. Di lasciare libero sfogo agli impegni e alle persone che ho trascurato, in attesa di pianificare gli obiettivi del 2025.
Ci tenevo a fare i più sentiti complimenti a Luca Girelli per il suo tempo da top runner e per la sua lealtà. Sempre gentile, sempre con parole di incoraggiamento. La sua vicinanza è stata davvero importante per me. Mi ha spinto a migliorare. Grazie e Complimenti davvero!
Un ringraziamento particolare poi a Gigi Bresciani.
Dal giorno zero ha creduto in me e nelle mie possibilità. Mi ha spronato, incoraggiato e bacchettato. Mi ha guidato sapientemente, giorno per giorno senza commettere il minimo errore. Mi è stato vicino, mi ha capito. Senza avvertirmi si è presentato a Verona, in bici, per seguirmi e spingermi lungo il percorso. Una buona fetta di ciò che ho fatto è grazie a lui. Grazie Davvero di cuore.
Grazie anche a Max, presente a Verona a mostrarmi la sua vicinanza.
Ed infine lei. Lei alla quale prima di tutto devo chiedere scusa.
Scusa per essere stato tanto egoista, per avere trascurato i nostri momenti e per averti trascinato in questa pazzia con me. Scusami per averti reso partecipe dei miei sacrifici e delle mie manie. Scusa per il tempo perso. Scusa per le ultime 5 settimane.
E poi grazie, grazie per esserci sempre, grazie per i tuoi sorrisi. Grazie perché mi sostieni e mi capisci. Mi sopporti e supporti. Grazie per la forza che mi trasmetti. Grazie Ale, perché senza di te questo non sarebbe stato possibile.