di Anna Zaltieri
Quante volte ho detto e scritto che c’è gara e gara?
Molte, moltissime.
Beh lo ripeto anche oggi.
Perché quando si parla di gare internazionali, la posta in gioco è molto più alta delle gare nostrane e “ casalinghe”, senza nulla togliere a nessuno visto che ogni competizione ha un senso preciso di esistere per un atleta vero.
In fondo ogni gara è un test per prepararsi agli appuntamenti che contano.
Domenica 18 novembre Verona ha inscenato oltre alla maratona anche la Cangrande Half Marathon e la Last Ten.
Un attimo .. no, non voglio scrivere un articolo giornalistico, intorno a questa gara si sono avviluppate troppe emozioni, tra aspettative, sacrifici e soprattutto si sono rinforzati legami autentici e profondi.
I due mesi di preparazione alla mezza sono stati sì impegnativi fisicamente ed in quantità di tempo dedicato ma avere condiviso ogni istante con gli amici di corsa ha dato all’esperienza un sapore che è difficile da descrivere.
In realtà personalmente ho preparato i 10 km ma ho seguito passo passo i ragazzi e quindi per me ieri è stata la giornata della loro gara, dei loro successi. Le loro aspettative sono state le mie aspettative, la loro euforia è stata la mia euforia.
E lo stesso è stato per Gigi che ha seguito i suoi atleti in bicicletta, da dietro le quinte il Mister ha tirato le fila dei loro allenamenti, sempre presente ha dato a tutti qualcosa che non sempre gli allenatori riescono a trasmettere, non solo tempi ma anche tanta partecipazione emozionale.
E ieri è stata una giornata felice per tutti perché tutti hanno raccolto i frutti del proprio duro lavoro. La mia personale e più breve avventura l’ho vissuta con Davide, questo giovanotto che è con noi da pochi mesi ma che ha già portato del valore aggiunto al gruppo con la sua dolcezza ed umanità oltre ad avere una grinta atletica non indifferente, su di lui si può star tranquilli, ogni gara la tirerà alla morte.
E così è stato ieri.
In partenza siamo stati concentrati, decisi e con una gran voglia di dare tutto, allo sparo ci siamo proiettati su un percorso nervoso e con falsi piani impegnativi, ponti e curve a gomito. Davide l’ho trovato all’arrivo raggiante per aver abbassato ancora il proprio personale, ogni gara rosicchia secondi e termina con un grande tempo di 37:49. Io termino con un buon 45:38, riesco ad avvicinarmi al mio personale ma quale gioia nell’arrivare sotto il gonfiabile e sentire lo speaker con gli aggiornamenti della mezza.
Anna Sandrini in 5ª posizione, questo significa che sta facendo molto bene e che il periodo buio è ormai alle spalle, che l’aver tenuto duro paga sempre. Anna ha corso con due angeli, Claudio che con la sua simpatia l’ha sostenuta e Cristian, il Presidentissimo che ha vissuto in simbiosi con lei per mesi per poterla conoscere fino i fondo, per capirla in modo da poterla portare ad una grande prestazione.
All’arrivo non c’ero ma posso immaginare la commozione e la gioia profonda che hanno provato. Anna scrive il suo tempo: 1:26:45 ed è 9° donna assoluta.
Questa piccola grande atleta come piace definirla a me, non è l’unica a mietere successi, Stefano, la nostra Gelatina “ad honorem” si affranca finalmente dalle ombre femminili e corre da solo. Arriva ancora troppo fresco per i miei gusti ma sono felice per lui perché procede di qualche passo nella propria carriera agonistica e chiude in 1:23:55.
Posticipo ma di poco il primo dei Falegnami, Alessandro Massardi che in difficoltà respiratoria si ferma ma riprende poi a correre ed incredibilmente chiude con 1:16:29, 22° assoluto su un parterre di circa 2700 atleti.
Roberto Tononi ha un problema al ginocchio ma partecipa e con la solita intelligenza, termina alla grande con il tempo di 1:17:37.
Luca poco dietro di lui centra l’obbiettivo e abbassa di ben due minuti il suo personale, a 48 anni termina in 1:18:16.
Anche Riccardo Mister Sorriso Bana splende in 1:20:18.
Silvano il nostro Vice, chiude il gruppo in 1:32:20, il suo record stagionale.
E’ stato difficile scrivere queste righe, spesso mi muovono la critica che sono troppo personale, ma come non esserlo soprattutto in occasioni come queste?
La cronaca di una gara la possiamo trovare ovunque, ma quell’angolo di corsa dove ognuno mette un pezzo del suo cuore io cerco di descriverla e mi chiedo se lo faccio come ognuno desidera.
Raccogliere le emozioni e trasformarle in parole è una sfida non da poco. L’alchimia della corsa, per chi la vive come noi non si può ingabbiare in poche righe, essa la si può soltanto vivere .
E viverla vuol dire molte cose, soffrire fisicamente e mentalmente, impegnare ogni cellula del proprio corpo per un obiettivo che diventa una missione, condividere i propri dubbi con gli altri, vacillare ma trovare la forza nei consigli, guadagnare una fiducia in se stessi che prima di tutto arriva dagli altri, è portare poi questo bagaglio nella vita di tutti i giorni. Questo vivere crea legami, e quelli che nascono dallo sport ho imparato che sono speciali ed unici.
Concludo con un grazie grande a tutti per avermi regalato emozioni così indimenticabili, ricorderemo per sempre questa domenica a Verona.